GLICOLISI
La glicolisi è un
processo citoplasmatico, mediante il quale viene prodotta energia sotto forma
di ATP partendo da una molecola di glucosio.
Questo meccanismo produce sempre 2 molecole di piruvato, che
poi possono prendere “strade” diverse a seconda che l’ossigeno sia o meno
presente. Parliamo di processi aerobici, quando l’ossigeno è disponibile, di
processi anaerobici quando scarseggia.
Con il termine 'glicolisi' ci si
riferisce di solito alla via di Embden-Meyerhof-Parnas, dai
nomi dei biochimici che contribuirono maggiormente alla sua scoperta.
Dividiamo la glicolisi in due parti:
una fase di investimento, in cui si consuma ATP; una fase di guadagno
energetico, in cui l’ATP viene prodotto.
La reazione complessiva della glicolisi è la seguente:
Glucosio
+ 2 NAD+ + 2 ADP + 2 Pi → 2 NADH + 2 piruvato + 2 ATP + 2 H2O
+ 2 H+
Quindi c’è un guadagno netto di 2
molecole di ATP subito, abbiamo inoltre 2 molecole di NADH + H+ che
verranno sfruttate per produrre energia nel trasporto di elettroni o catena di
trasporto degli elettroni.
Fase di investimento
Si parte come detto da una semplice
molecola di glucosio, che entra nella cellula attraverso i trasportatori del
glucosio ( GLUT 1, 2, 3, 4, 5 ). All’interno del citoplasma subisce l’azione
dell’enzima esochinasi ( EK ).
Esistono 4 diverse EK, saranno trattate in seguito nella parte riguardante la
regolazione della glicolisi.
L’esochinasi converte il glucosio in
glucosio 6-P, è una chinasi quindi trasferisce gruppi fosfato da molecole ad
alta energia, esempio ATP, ad altre molecole. Questo trasferimento è detto
fosforilazione, al contrario, la rimozione di un gruppo fosfato da un substrato
è detto fosfatasi e il processo sarà di defosforilazione. Si chiama esochinasi
perché fosforila un esoso, cioè uno zucchero a sei atomi di carbonio. L’ EK si
serve dell’ATP come donatore del gruppo fosfato ( Pi ), l’ATP cede anche
l’energia immagazzinata nel legame fosfoesterico tra i gruppi fosfati e
permette il processo dell’EK. Prende parte al processo anche lo ione Mg²⁺, che
serve essenzialmente come stabilizzatore delle cariche negative sui gruppi
fosforici, rendendo il terzo gruppo più accessibile per l’enzima EK. La prima
reazione è irreversibile, quindi ideale per far parte dei processi che
controllano la glicolisi.
Il glucosio 6-P potrebbe
intraprendere altre vie metaboliche, per continuare nella glicolisi viene
trasformato in fruttosio 6-P dall’enzima fosfoglucoisomerasi.
Anche questo enzima si serve del magnesio come stabilizzatore, la reazione
avviene con l’apertura dell’anello da parte dell’enzima. Questa reazione
richiede poca energia per procedere, dunque è reversibile.
Al fruttosio 6-P viene aggiunto un
ulteriore gruppo fosfato sul C1, diventando fruttosio 1,6-bisfosfato. Catalizza
questa reazione l’enzima fosfofruttochinasi,
o PKF. Esistono 2 PKF, 1 e 2. Questa reazione è importante perché il substrato
fruttosio 1,6-bisfosfato è un intermedio unicamente della glicolisi, non può prendere
parti così com’è ad altri processi, perciò si definisce questo processo come la
reazione di comando della glicolisi. Anche questo enzima utilizza l’ATP come
donatore del gruppo Pi e il magnesio come cofattore. Si tratta di un processo
soggetto ad una regolazione complessa, che sarà trattata prossimamente.
A questo punto il F16BP subisce una
scissione da parte dell’enzima aldolasi.
Si divide in gliceraldeide 3-P ( GAP) e diidrossiacetone P (DHAP). Questi substrati hanno 3 C, come il
piruvato, composto finale.
Ultima reazione di investimento: il
DHAP viene riconvertito in GAP, per opera della fosfotrioso isomerasi.
In questa fase abbiamo consumato 2
molecole di ATP, per aggiungere gruppi fosfato al glucosio, primo step, al
fruttosio 6-P, terzo step.
Fase di guadagno
Arriviamo alla fase di guadagno
avendo nel citoplasma due molecole di GAP che dovranno essere convertite in
piruvato, ricavando energia.
La prima reazione è ancora una
reazione di fosforilazione, che però, a differenza delle prime due, non avviene
consumando ATP, bensì utilizzando Pi inorganico. Le due molecole di GAP vengono
convertite in 1,3-bisfosfoglicerato, le 2 gliceraldeide-P perdono un’ H⁺, altri
2 protoni sono donati dal Pi inorganico. Questi 2 protoni sono utilizzati per
produrre 2 molecole di NADH + H⁺.
L’enzima che catalizza questa reazione è la GAP deidrogenasi, o GAP DH, che utilizza come substrato il due
molecole di NAD⁺.
Il 1,3-bisfosfoglicerato viene
convertito in 3-fosfoglicerato ad opera di una chinasi, la 1,3-BPGlicerato
chinasi. L’enzima trasforma anche una molecola di ADP in ATP, utilizzando il Pi
e l’energia di legame fosfoesterica.Anch’esso si serve di magnesio come
cofattore. Questa reazione è detta fosforilazione a livello del substrato, si
producono due molecole di ATP, una per ogni 1,3-BPGlicerato defosforilato, è in
effetti il primo processo di produzione di ATP della glicolisi.
Arrivati a questo passaggio, il 3-fosfoglicerato
e isomerizzato in 2-fosfoglicerato, dall’enzima fosfoglicerato mutasi. Anche questo sfrutta il magnesio come ione
cofattore.
Il 2-fosfoglicerato è deidratato, per
mezzo dell’enzima enolasi, per
produrre fosfoenolpiruvato, PEP.
La deidratazione produce una molecola
di acqua, quindi due in totale essendo due i 2-fosfoglicerato.
Ultima reazione della glicolisi, la
produzione di piruvato dal fosfoenolpiruvato. La conversione è fatta dalla
piruvato chinasi, che rimuove il gruppo Pi dal PEP e forma altre due molecole
di ATP. Il piruvato poi tautomerizza, dalla forma enolica a quella chetonica.
La glicolisi così facendo produce 2
molecole di piruvato, che poi a seconda delle condizioni daranno o una
fermentazione ( lattica, alcolica ) o entreranno in cicli più complessi, ad
esempio quello di Krebs.
Produce 2 molecole di ATP come
guadagno netto, 1 molecola di acqua e 2 molecole di NADH + H⁺.
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