Interferoni
Sono citochine dotate di attività virale ad ampio spettro, immunomodolatori e antiproliferativi.
Glicoproteine con peso molecolare variabile, tra 15 e 25 kDa, classificabili in:
- α prodotto da leucociti e macrofagi
- β prodotto da fibroblasti, macrofagi e cellule epiteliali
- χ prodotto da linfociti T e cellule NK
Alfa e Beta si legano allo stesso recettore, formato da due glicoproteine: IFNR-1 e IFNR-2, associati a tirosinchinasi citoplasmatica; il gamma ha un solo recettore, che dimerizza per poter espletare la sua attività ( quando il recettore lega il ligando, attrae una sua metà, necessaria per poter espletare la sua azione. )
La loro produzione è aumentata con la tecnica del DNA ricombinante, in particolare da leucociti umani sono stati isolati due ricombinanti plasmidi, inseriti poi nell’E.coli rende il batterio un produttore dell’interferone.
Il loro uso porta:
- a modificazioni lipidiche a livello della membrana cellulare
- alterazioni a vie metaboliche
- Inibizione della sintesi proteica
- Degradazione dell’RNA
L’attività biologica si indica con il numero delle Unità biologiche attive, U.I., su mg di sostanza.
Agiscono a livello locale, dove vengono rilasciati.
INTERFERONE ALFA
Sono delle glicoproteine O-glicosilate, sono raggruppabili in due sottogruppi, 1 e 2, in base all’omologia di sequenza. Sono antivirali e antiproliferativi, in misura minore sono immunomodulatori.
Meccanismo d’azione: attiva una tirosin chinasi citoplasmatica, che induce la trascrizione di diverse proteine che per primo inibiscono la trascrizione, la traduzione o l’attivazione post-traduzionale delle proteine virali. Poi ostacolano la penetrazione e l’assemblaggio dei virioni.
In particolare è presente una fosfodiesterasi, che idrolizza il legame fosfoesterico del tRNA bloccando l’allungamento delle proteine virali, una proteina attivante una endonucleasi, che degrada mRNA, una proteina chinasi, che inattiva la trascrizione.
Effetti collaterali: sindrome simil influenzale.
Sono in commercio dopo che il gene alfa 2 è stato clonato, attualmente in commercio sono 2, che differiscono per un amminoacido in posizione 23. Intron A e Rotoferon A.
Esistono anche interferoni coniugati con polietilenglicoli, per aumentarne l’emivita.
Uso: si usano per terapia antineoplastica e terapia antivirale, in particolare contro HBV e HCV.
INTERFERONE BETA
E’ prodotto da macrofagi, fibroblasti e cellule epiteliali. Differisce con l’interferone alfa per il fatto che deriva da un singolo gene ( alfa da 2), è N-glicosilata, metre alfa era O-glicosilata, ha un solo ponte disolfuro (alfa 2).
In commercio: esiste una forma di interferone beta ricombinante, in essa viene impedita la perdita di attività per la formazione di ponti disolfuro sostituendo la citosina con una serina, disponibile in fiale pre riempite. Esistono anche le siringhe e la polvere liofilizzata.
Usi: Sclerosi multipla, prevenzione infezioni nasali da Rinovirus.
INTERFERONE GAMMA
Definito anche interferone di tipo 2, si differenzia dagli altri perché ha un’attività immunostimolante molto marcata, soprattutto per l’attivazione dei macrofagi, mentre ha una minor attività antivirale. Prodotto da un singolo gene (come il beta), è un dimero, composto da due unità.
In commercio: esiste un derivato dell’E.coli.
Usi: si usa nelle infezioni derivate dalla malattia granulomatosa cronica, una malattia autosomica, derivata da un problema al cromosoma X.
Interferon- Induttori
Si tratta di sostanze in grado di attivare gli interferoni.
Sono il tilorone, altamente specifico nel topo ma non efficace altrettanto nell’uomo.
Le due catene basiche laterali sono essenziali per l’attività, ma è comunque poco usato.
METISOPRINOLO
Conosciuto anche come inosina pranbex, agisce a livello ribosomiale, limitando la replicazione virale. Ha una forte attività immunomodulante, stimolando la proliferazione di linfociti B e T, macrofagi e polimorfonucleati. E’ un immunomodulante e esplica la sua azione antivirale aumentando e favorendo la risposta immunitaria.
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