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Farmacologia: Diuretici 3

1-      INIBITORI DELL’ANIDRASI CARBONICA
L’anidrasi carbonica è un enzima il cui compito è quello di catalizzare la reazione tra anidride carbonica (CO2) e acqua a dare acido carbonico (H2CO3) e la reazione inversa, da acido carbonico ad acqua e anidride carbonica, secondo l'equazione chimica:
H2O + CO2  HCO3- + H+
Nel tubulo si trova nelle membrane luminali e nel citoplasma delle cellule epiteliali renali. Permette il trasporto di NaHCO3 dal lume tubulare allo spazio interstiziale, seguito dal passaggio di acqua e Cl-.
Nel tubulo prossimale l’antitrasportatore Na+-H+ trasporta H+ nel lume in cambio di Na+. Gli H+ nel lume reagiscono con il HCO3- filtrato a formare H2CO3 che, a livello della membrana luminale, grazie all’anidrasi carbonica si scinde in CO2 e acqua. La CO2 diffonde all’interno della cellula dove reagisce con H2O a dare H2CO3 (processo catalizzato dall’anidrasi citoplasmatica). Questo si ionizza spontaneamente in H+ e HCO3- ; quest’ultimo sarà trasportato attraverso la membrana basolaterale dal simportatore Na+/HCO3- nello spazio interstiziale.


Attraverso l’inibizione dell’anidrasi carbonica, i farmaci provocano aumento di escrezione di NaHCO3, e quindi:
-          aumento del pH urinario ( circa 8) ed il manifestarsi dell’acidosi metabolica. Non appena ciò si verifica, il carico filtrato di HCO3 diminuisce ed esso viene riassorbito in toto.

-          Escrezione di Na+

-          modificano l’emodinamica renale, perché, bloccando il riassorbimento nel tratto prossimale, determinano una maggiore presenza di sali a livello della macula densa e ciò innesca il feed back tubuloglomerulare, responsabile della costrizione dell’arteriola afferente. La vasocostrizione causa riduzione del flusso ematico renale e della velocità di filtrazione glomerulare.

A questa classe di farmaci appartengono: Acetazolamide, Diclorfenammide, Metazolamide.
Farmacocinetica: Gli inibitori dell’anidrasi carbonica sono ben assorbiti dopo somministrazione orale. Un aumento nelle urine del pH causato dalla diuresi di HCO3- è evidente dopo 30 minuti, raggiunge l’apice dopo 2 ore e persiste per 12 ore in seguito all’assunzione di una singola dose. L’escrezione dei farmaci avviene attraverso la secrezione nel tubulo prossimale (OAT1,3,4). Il dosaggio, infatti, deve essere ridotto in caso di insufficienza renale.
Tossicità: Si verificano raramente fenomeni gravi di tossicità, anche se, essendo derivati sulfamidici possono dare depressione del midollo osseo, tossicità cutanea, lesioni renali e ipersensibilità in caso di allergia ai sulfamidici. L’alcalinizzazione può portare ad alcuni essetti indesiderati:
-          passaggio ammoniaca dall’urina al circolo sistemico
-          formazione di calcoli
-          peggioramento acidosi metabolica
-          riduzione velocità di escrezione urinaria.


 2 DIURETICI OSMOTICI
Il tubulo prossimale e il tratto discendente dell’Ansa di Henle sono completamente permeabili all’acqua. Qualsiasi agente osmoticamente attivo (non può essere riassorbito) che viene filtrato dal glomerulo, causa escrezione di acqua in questi segmenti e promuove una diuresi.
Questi agenti possono essere utilizzati per ridurre la pressione intracranica e per promuovere la rapida rimozione delle tossine renali. Il prototipo di questi farmaci è il Mannitolo.
Provocando uscitad’acqua dai compartimenti intracellulari, i diuretici osmotici, causano un aumento del volume dei liquidi extracellulari, una diminuizione della viscosità del sangue e del rilascio di renina.
Provocano anche l’escrezione di quesi tutti gli elettroliti. Mediante dilatazione dell’arteriola afferente, aumentano il flusso renale.
Farmacocinetica: Sono dei farmaci poco assorbiti, questo significa che devono essere somministrati per via parenterale. Se somministrati per via orale, il mannitolo causa diarrea. Il mannitolo non viene metabolizzato e viene escreto in seguito a filtrazione glomerulare in 30-60 minuti; non si osserva un importante riassorbimento o escrezione.

Tossicità: Questi farmaci si distribuiscono nei liquidi corporei extracellulari provocando richiamo di acqua dai compartimenti intracellulari. Questo può causare edema polmonare, iponatriemia (che causa nausea, vomito, cefalea), trombosi in caso di fuoriuscita di urea nei tessuti. Non bisogna somministrare 

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