FARMACI CHE ATTIVANO I CANALI
DEL K+
Questi
farmaci agiscono direttamente sulla muscolatura liscia delle arteriole, ma non
delle venule. Sono farmaci ipotensivi molto potenti, ma con notevoli effetti
collaterali.
Attivano i canali del K+ modulati dall'ATP, consentendone
l'apertura e la fuoriuscita di K+; quindi le fibrocellule muscolari assumono un
valore di potenziale di membrana prossimo a quello di equilibrio del potassio.
Ciò determina una iperpolarizzazione della membrana con conseguente rilassamento della muscolatura liscia. Questa
classe di farmaci determina:
-
Riduzione delle resistenze vascolari nei distretti mesenterico, cutaneo,
muscolare scheletrico e cardiaco;
- Stimolazione simpatica riflessa con tachicardia e inotropismo positivo. Ciò aumenta la gittata cardiaca.
- Riduzione della pressione di perfusione renale e stimolazione del sistema RAAS, con aumento della ritenzione idrosalina.
- Stimolazione simpatica riflessa con tachicardia e inotropismo positivo. Ciò aumenta la gittata cardiaca.
- Riduzione della pressione di perfusione renale e stimolazione del sistema RAAS, con aumento della ritenzione idrosalina.
Esempi
di farmaci sono: il Diazonio che viene utilizzato per il trattamento
delle emergenze ipertensive, e può causaere, oltre ai tipici effetti
collaterali sopra descritti, una iperglicemia; il Minoxidil, un farmaco
usato in caso di ipertensione arteriosa refrattaria. Il minoxidil non è
attivo in vitro, deve infatti essere attivato da parte della sulfotransferasi epatica (minoxidil N-O
solfato); il metabolita attivo determina rilassamento della muscolatura liscia
vasale.
E' ben assorbito dal tratto GI, viene, infatti
somministrato per via orale. Solo il 20% del farmaco assorbito viene escreto
immodificato nelle urine, e la principale via di eliminazione è la
glucuronazione a livello epatico. L'emivita plasmatica è di circa 4 ore, mentre
gli effetti farmacologici perdurano fino a 24 ore o più. Oltre ai tipici
effetti collaterali sopra descritti, può provocare ipetricosi o irsutismo. Non
deve essere utilizzato in monoterapia, ma in associazione con un diuretico e con un simpaticolitico (β-bloccante) per
controllarne gli effetti cardiovascolari riflessi.
FARMACI DONATORI DI NO
Il
monossido d'azoto è prodotto normalmente dalle cellule endoteliali mediante la
NO sintasi (NOS). Da queste diffonde verso le cellule muscolari dove provoca
vasodilatazione. Qui, infatti, attiva la guanilato ciclasi con produzione di
cGMP. Quest'ultimo attiva diverse chinasi , fosfodiesterasi e alcuni canali di
membrana che hanno lo scopo di modulare negativamente la concentrazione del
Ca2+ intracellulare. Il calo del Ca2+ porta all'inibizione della contrazione
del muscolo liscio, e quindi a vasodilatazione. I nitrati riducono il
precarico (ritorno venoso) e quindi rendono la contrazione del cuore più
facile.
I
farmaci non stimolano la NOS endoteliare, ma donano il monossido d'azoto
direttamente a livello delle cellule muscolari.
Esempi sono: il Nitroprussiato sodico, un farmaco che agisce su arteriole
e venule, e viene usato nelle emergenze ipertensive, infatti l'effetto
ipotensivo compare in 2 minuti e scompare nel giro di 3. Si usa anche durante
le operazioni per ottenere ipotensione e ridurre il sanguinamento. Viene
somministrato per infusione endovenosa continua e determina solo un modesto
aumento della frequenza cardiaca. Nelle cellule muscolari lisce il metabolismo
inizia con la sua riduzione, seguita dal rilascio di cianuro e NO. Il cianuro
viene poi metabolizzato a livello epatico e eliminato nelle urine.
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