CALCIO-ANTAGONISTI
Sono
farmaci molto importanti poiché riescono a interferire con il meccanismo
principale che determina la contrazione muscolare: l'ingresso di Ca2+ nella
cellula. Bloccando i canali Ca2+ voltaggio-sensibili riducono la quantità di
Ca2+ che raggiunge i siti intracellulari.
Il
calcio entra nelle cellule muscolari lisce (con conseguente depolarizzazione) e
si lega alla calmodulina formando un complesso che attiverà la miosina chinasi
(MLCK). La chinasi fosforilerà la miosina permettendone il legame con l'actina
e la conseguente contrazione del muscolo.
Gli
antagonisti dei canali del Ca2+ producono i loro effetti mediante il legame
alla subunità α1 del canali del Ca2+ di tipo L, che rappresenta l'unità
principale del canale che forma il poro.
Questi
canali voltaggio-sensibili contengono domini con sequenza omologa accoppiati in
un'unica estesa subunità. La subunità α1 ha la stessa topologia nei 4 domini
omologhi, ognuno dei quali è composto da 6 segmenti transmembrana (bersaglio di
farmaci). Oltre alla subunità principale che forma il canale (α1), i canali
contengono la subunità α2, β, γ e δ.
I
farmaci con il loro meccanismo d'azione, riducono la PA mediante rilassamento
della muscolatura liscia vascolare e riducendo le resistenze vascolari
periferiche.
I CCB (calcium channel blockers) entrano nella cellula e
agiscono dal lato interno della membrana;
sono in grado di legare più efficacemente canali che si trovano in membrana
depolarizzate.
Il legame del farmaco al canale riduce la frequenza della
sua apertura; il risultato è una marcata diminuzione dell’entrata di calcio
nella cellula e un conseguente rilassamento
delle cellule muscolari lisce (riduzione resistenze periferiche), nel cuore si
osserva una riduzione della contrattilità e della velocità di conduzione.
Ovviamente
questa riduzione delle resistenze vascolari porta ad una scarica simpatica
(mediata dai barocettori) con tachicardia.
Tutti
i calcio-antagonisti approvati in clinica riducono la resistenza dei vasi
coronarici e determinano un aumento del flusso in questo distretto. Esempi di
questi farmaci sono: la Nifedipina
(diidropiridina), il Verapamil e il Diltiazem. I diidropiridinici si sono
dimostrati vasodilatatori più potenti rispetto al Verapamil, la cui attività è
superiore a quella del Diltiazem.
Tutti
i calcio-antagonisti vengono somministrati come miscela racemica, a eccezione
del Diltiazem e della Nifedipina.
NIFEDIPINA
La
Nifedipina è un farmaco che induce vasodilatazione selettivamente sulle arterie
di resistenza (arteriole elastiche e resistenti).
Dopo
somministrazione orale di una dose del farmaco, la vasodilatazione arteriosa
provoca un maggiore flusso in periferia, mentre il tono venoso non si modifica.
La
riduzione della PA stimola i riflessi simpatici, provocando tachicardia e
inotropismo positivo. Tuttavia, il farmaco provoca vasodilatazione a
concentrazioni significativamente inferiori a quelle necessarie per determinare
effetti diretti sul cuore. Per questa ragione, la resistenza arteriolare e la
pressione arteriosa diminuiscono, la capacità contrattile e la funzionalità del
segmento ventricolare migliorano, mentre si verifica un lieve aumento di
gittata e frequenza cardiaca.
Farmacocinetica: Dopo somministrazione orale nifedipina
viene ampiamente assorbita dal tratto
gastrointestinale. La quota di farmaco assorbito è superiore al
90%. Il farmaco subisce un intenso effetto
di primo passaggio a
carico del fegato il che si traduce in una biodisponibilità compresa tra il 50% ed il
77%. Il tempo di dimezzamento (T½) è intorno alle 9-10 ore. Il farmaco viene
escreto nei suoi metaboliti soprattutto per via renale e, per una piccola quota
non superiore al 5-15%, attraverso la bile con le feci. Nelle urine è possibile
ritrovare il principio attivo immodificato soltanto in tracce. La
somministrazione può essere orale, endovenosa o mediante capsule a rilascio
controllato. Le formulazioni a rilascio controllato riducono la tachicardia
riflessa a volte notata dopo somministrazione orale.
Tossicità: Gli effetti indesiderati sono letargia, cefalea, edema, vertigini, nausea, tachicardia, palpitazioni, vampate,
stipsi. Questi si verificano soprattutto assumendo capsule a rapido rilascio.
Le formulazioni a rilascio controllato creano meno problemi di capogiri e
rossore.
VERAPAMIL
Il Verapamil, come le diidropiridine ha scarso
effetto sui vasi venosi di resistenza. A dosi sufficienti per indurre
vasodilatazione arteriosa periferica, induce crono tropismo, dromo tropismo e
inotropismo negativi in modo più marcato rispetto alle diidropiridine. Questo
effetto cronotropo negativo esercitato dal farmaco attenua o abolisce, però, la
tachicardia riflessa.
Nei pazienti con scompenso cardiaco il Verapamil per via
venosa può determinare una riduzione marcata della contrattilità e della
funzionalità ventricolare. La somministrazione orale del farmaco
riduce le resistenza vascolari periferiche e la PA, spesso
con minime modificazioni della frequenza cardiaca.
Farmacocinetica: Il verapamil
dopo assunzione per via orale è sottoposto ad un intenso effetto di primo
passaggio, pertanto la sua biodisponibilità risulta piuttosto ridotta; possiede
un emivita di 3-7 ore ed il suo metabolismo avviene specialmente per via
epatica. Se somministrato per via endovenosa può determinare una riduzione
della contrattilità e della funzionalità ventricolare; la somministrazione
orale, invece, riduce le resistenze periferiche e la PA, con minime
modificazioni della frequenza cardiaca.
Tossicità: Gli effetti
collaterali sono comuni al Verapamil. E’
controindicata la sua associazione con i β-bloccanti a
causa dell’aumento del rischio di blocco atrioventricolare e/o di un notevole
calo della funzionalità ventricolare.
DILTIAZEM
E’ un vasodilatatore che in
seguito a somministrazione endovenosa può provocare una diminuizione drastica
delle resistenze periferiche e della PA, effetti che stimolano un aumento
riflesso della frequenza e della gittata cardiaca. In seguito, la frequenza assume
valori inferiori a quelli iniziali a causa degli effetti cronotropi negativi
diretti del farmaco. L’effetto vasodilatatore è minore di quello del verapamil o della nifedipina; è minore anche l’effetto inotropo negativo.
Possiede effetti modesti sul sistema venoso.
Farmacocinetica: Possiede
farmacocinetica simile agli altri farmaci Ca2+-antagonisti.
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