FARMACI ANTITROMBOTICI
I
farmaci antitrombotici si dividono in:
-
antiaggreganti piastrinici
-
anticoagulanti che riducono la formazione di fibrina
-
agenti fibrinolitici che degradano la fibrina
L'efficacia
e la tossicità di questi farmaci sono collegate: più il farmaco è potente,
maggiore è il rischio di emorragia.
ANTIAGGREGANTI PIASTRINICI
l ASPIRINA
L'aspirina
è un farmaco che inibisce la sintesi degli eicosanoidi mediante l'inibizione
dell'enzima COX. L'inibizione della sintesi di prostaglandine porta ad:
analgesia, azione antinfiammatoria e azione antitrombotica; questo è il motivo
per cui l'aspirina risulta un farmaco particolarmente utile.
Il
farmaco impedisce l'azione dell'enzima acetilando un residuo di serina vicino
al sito attivo.
Il
prodotto principale, nelle piastrine, della COX è il Trombossano A2,
un potente vasocostrittore e un aggregante piastrinico labile.
Poichè
le piastrine non producono nuove proteine, l'azione dell'aspirina sulle COX è
permanente e dura tutta la vita della piastrina (7-10 giorni).
Il
farmaco raggiunge la sua massima efficacia a dosi molto basse, (50-320 mg)
rispetto a quelle che servono per le altre funzioni del farmaco. Dosi più
elevate non migliorano l'efficacia, anzi aumentano anche la tossicità.
Molti
studi hanno confermato che l’aspirina è un ottimo farmaco nella prevenzione
secondaria (dopo un evento CV) di eventi cardiovascolari; mentre invece per
quanto riguarda la profilassi primaria l’aspirina non ha portato a una
riduzione significativa degli eventi CV, per questo il suo uso in prevenzione
primaria non è garantito e deve essere deciso case-by-case.
Farmacocinetica: Il salicilato di sodio e l’aspirina sono agenti antinfiammatori
dalla stessa efficacia, anche se l’aspirina sembra essere più efficace come
analgesico. I salicilati sono assorbiti rapidamente dallo stomaco e nella parte
alta dell’intestino tenue, l’apice della concentrazione plasmatica si raggiunge
in 1-3 ore. L’aspirina in seguito all’assorbimento viene rapidamente
idrolizzata dalle esterasi tissutali e plasmatiche (emivita plasmatica 15
minuti) ad acido acetico e salicilato. Il salicilato si lega all’albumina, ma
legame e metabolismo dei salicilati sono saturabili, con la conseguenza che la
frazione non legata si alza insieme all’aumento della concentrazione totale. In
seguito ad una dose di 600 mg, gli aumenti nel dosaggio di salicilato fanno
aumentare la concentrazione del salicilato libero disproporzionalmente.
Aumentando le dosi di aspirina l’emivita di eliminazione del salicilato cresce
da 3-5 ore (per un dosaggio di 600 mg/die) a 12-16 ore (dosaggio > 3,6
g/die). L’acido salicilico viene escreto in parte immodificato e in parte
metabolizzato per coniugazione con la glicina (acido salicilurico) e con
l’acido glucuronico (salicil-acil-glucuronide e salicil-fenol-glucuronide) e
per ossidazione (acido gentisico). La velocità di formazione dei metaboliti con
glicina e acido glucuronico e quindi l’emivita dell’acido salicilico sono
dose-dipendenti. L’acido salicilico e i suoi metaboliti sono escreti per via
renale mediante filtrazione glomerulare e secrezione tubulare. L’escrezione
renale è di circa il 70% alla 24a ora.
L'aspirina
può essere somministrata per via endovenosa, in caso di emergenza (si chiama
plectadol).
Tossicità: È stato dimostrato che l’uso dell’aspirina fa aumentare il
rischio di emorragia gastrointestinale e dispepsia. Questo effetto collaterale
è dovuto all'inibizione della COX-1, responsabile della protezione
gastrica. Alcune formulazioni
gastrorivestite dell’aspirina sono pubblicizzate come “poco dannose per lo
stomaco”, ma in una ricerca è emerso che il rivestimento non ridurrebbe i
rischi. È stato inoltre dimostrato che la combinazione dell’aspirina con altri
antinfiammatori aumenta ulteriormente il rischio. L’aspirina, se usata in
combinazione con il clopidogrel o la warfarina, fa aumentare il rischio di
emorragia delle alte vie gastrointestinali.
Altro
effetto collaterale associato all'inibizione di COX-1 è l'insufficienza renale.
COX-1 si occupa, infatti, anche del mantenimento delle funzioni renali.
Infine
è possibile riscontrare asma, rash e angioedema.
l Indobufene
Inibizione
reversibile COX Indicazioni: alternativo all’aspirina in soggetti
allergici/resistenti Effetti collaterali: disturbi gastrointestinali
Controindicazioni: ulcera gastrica/duodenale, emorragie.
l TIENOPIRIDINE
Le
tienopiridine sono la Ticlopidina, Clopidrogel, Plasugrel e Ticagrerol
(reversibile).
Le
tienopiridine sono degli inbitori del recettore piastrinico P2Y12,
responsabile dell'aggregazione piastrinica.
Ai
recettori pistrinici P2Y1 e P2Y12 si lega l' ADP, questi funzionano in modi
diversi: il primo è accoppiato ad una proteina Gq (PLC → IP3-Ca2+) e la sua
attivazione porta a un cambiamento morfologico e all'aggregazione delle
piastrine; il secondo è accoppiato a una proteina Gi che diminuisce la
concentrazione di cAMP (inibisce l'aggregazione piastrinica).
L'inibizione,
quindi, del recettore P2Y12 causa un aumento di cAMP con conseguente
inibizione dell'aggregazione. Diversi studi hanno dimostrato che questi farmaci
mostrano una buona efficacia nella prevenzione di eventi CV in pazienti con
attacchi ischemici transienti, strokes e angina instabile. L’uso degli
inibitori del P2Y12 in prevenzione alla trombosi è ormai la pratica standard,
soprattutto in pazienti che hanno subito uno stent coronarico.
- Ticlopidina
E'
un profarmaco tienopiridinico convertito in metabolita tiolico attivo ad opera
di un citocromo P450 epatico.
Farmacocinetica: E' rapidamente assorbita
e possiede elevato biodisponibilità. Inibisce il recettore P2Y12 in maniera
permanente formando un ponte disolfurotra il gruppo tiolico del farmaco e un
residuo cisteinico extracellulare del recettore. Ha una breve emivitae una lunga
durata d'azione (farmacologia colpisci e fuggi). La massima inibizione
dell'aggregazione piastrinica si vede dopo 8-11 giorni dall'inizio del
trattamento, e l'effetto persiste per alcuni giorni dopo la sospensione.
Tossicità: I più comuni effetti avversi sono rappresentati da nausea,
vomito e diarrea. Quello di maggiore importanza è rappresentato dalla
neutropenia (2,4 % di incidenza). Può verificarsi anche la trombocitopenia, è
quindi necessario effettuare frequentemente la conta delle cellule ematiche
durante i primi mesi di terapia. Sono stati associati al farmaco rari casi
Sindromi Uremico-emolitica.
Questo
farmaco, in ogni caso, è stato superato.
- Clopidrogel
Anche
questo farmaco è un inibitore irreversibile P2Y12, ma è più potente e ha un
profilo di tossicità più favorevole della Ticlopidina, con minore frequenza di
trombocitopenia e leucopenia. E' un profarmaco con un lento inizio di azione.
Il
farmaco è leggermente migliore dell'aspirina nella prevenzione dell'ictus e la
combinazione con l'aspirina è più efficace della sola aspirina nel prevenire
l'ischemia ricorrente in pazienti con angina instabile. Le due molecole,
quindi, hanno un'azione sinergica. Sono usati insieme anche dopo interventi di
angioplastica e di impianto di stent coronarici. L'indicazione appropriata per
il Clopidrogel è costituita dalla riduzione dell'incidenza di ictus, infarto
miocardico e morte nei pazienti con storia recente di infarto del miocardio o
ictus, con patologie arteriose o con sindrome coronarica acuta.
Esiste
un'ampia variabilità interindividuale nella capacità del
Clopidrogel di agire, alcuni pazienti sono definiti, infatti, resistenti agli
effetti antipiastrinici del farmaco. Questa variabilità riflette, almeno in
parte, dei polimorfismi genetici nei citocromi coinvolti nell'attivazione
metabolica del Clopidrogel, tra i quali è importante soprattutto CYP2C19.
E'
nota l'esistenza di polimorfismi che
possono modulare l'assorbimento del farmaco (P-glicoproteina) o l’attivazione
metabolica (es. CYP3A5 e CYP2C19) o l’attività biologica (es. P2RY12 e ITGB3).
Quelli più comuni sono a carico del gene CYP2C19, e variano dal30% al 55% in
base alla popolazione ed etnia analizzata. Tra i diversi polimorfismi studiati
quello più interessante è senza dubbio quello denominato CYP2C19*2. Si tratta
di una variante allelica che comporta una perdita di funzione, è il più comune
tra tutti i polimorfismi associati a ridotta funzione e implica una riduzione
fino ad un terzo sia della farmacodinamica sia della farmacocinetica del clopidrogel.
A conferma dei dati laboratoristici, studi clinici su ampie popolazioni hanno
associato questa variante allelica ad un aumentato rischio di morte, infarto e
ictus, specialmente fra i pazienti sottoposti a PCI (angioplastica coronarica).
In
seguito ad una PCI è consigliata una duplice terapia antiaggregante; questa
però aumenta il rischio di emorragie gastriche. Per evitare questa conseguenza
vengono usati degli inibitori della pompa protonica, di solito usati contro
l'ulcera. Il miglior farmaco con questa funzione è l'Omeprazolo, che è in grado
di inibire la pompa fino al 99%. L'Omeprazolo, però è un inibitore del CYP2C19
(oltre che substrato) e di conseguenza interferisce con l'attivazione e
l'efficacia del Clopidrogel. L'alternativa all'Omeprazolo sono gli antagonisti
dei recettori istaminergici H2, efficaci al 70% e quindi non
sufficientemente forti per proteggere la parete gastrica dalla doppia terapia
antiaggregante. Di conseguenza si userà Clopidrogel e Omeprazolo (o
Esomeprazolo) solo in casi di estrema necessità.
Farmacocinetica: Dopo somministrazione orale il clopidogrel viene assorbito
rapidamente nel tratto gastrointestinale (50% della dose). La presenza di cibo
non altera l’assorbimento del farmaco.
Il clopidogrel è rapidamente metabolizzato dal fegato
secondo due vie metaboliche, la prima porta alla formazione di un acido
carbossilico, metabolita farmacologicamente inattivo, mentre la seconda,
mediata dal citocromo P450, porta alla formazione del metabolita
farmacologicamente attivo e responsabile dell’attività antiaggregante del
clopidogrel (il clopidogrel è di fatto un profarmaco). Il metabolita attivo del
clopidogrel è un derivato tiolico ottenuto per ossidazione (2-ossoclopidogrel,
inattivo) e successiva idrolisi. Lo step ossidativo è regolato principalmente
dall'enzima 2C19. Il derivato tiolico forma legami irreversibili con i
recettori piastrinici con conseguente inibizione dell’aggregazione delle
piastrine. Il metabolita attivo ha un'emivita di eliminazione pari a
circa 8 ore e agisce tramite formazione di un ponte disolfuro con i recettori
per l'ADP.
La
P-glicoproteina è responsabile dell'assorbimento del farmaco. L'escrezione
avviene principalmente tramite le urine.
Uno
svantaggio farmacocinetico del Clopidrogel è il ritardo nella comparsa dei suoi
effetti antiaggreganti (2-4 ore)
Tossicità: Il clopidogrel possiede
reazioni collaterali paragonabili per frequenza e gravità a quelle di altri
farmaci antitrombotici della stessa categoria.
Gli effetti collaterali più frequenti sono stati quelli associati all'aumentato tempo di sanguinamento, con emorragie, epistassi, amento in sede di iniezione, ematomi e disturbi gastro-intestinali.
Meno frequenti, ma clinicamente più rilevanti, sono stati gli episodi di ematuria, ulcera gastrica, rash cutaneo, trombocitopenia, anemia,agranulocitosi e porpora.
Generalmente, la sospensione della terapia si accompagna ad una graduale riduzione della sintomatologia, visto il tempo necessario per ricreare un nuovo pull piastrinico.
Gli effetti collaterali più frequenti sono stati quelli associati all'aumentato tempo di sanguinamento, con emorragie, epistassi, amento in sede di iniezione, ematomi e disturbi gastro-intestinali.
Meno frequenti, ma clinicamente più rilevanti, sono stati gli episodi di ematuria, ulcera gastrica, rash cutaneo, trombocitopenia, anemia,agranulocitosi e porpora.
Generalmente, la sospensione della terapia si accompagna ad una graduale riduzione della sintomatologia, visto il tempo necessario per ricreare un nuovo pull piastrinico.
- Plasugrel
E'
il membro più recente della famiglia delle tienopiridine, possiede un'azione ad
inizio più rapido di quello di ticlopidina o clopidrogel (2-4 ore) e una
maggiore inibizione dell'aggregazione piastrinica. Il farmaco è stato confrontato
con il Clopidrogel in pazienti con sindromi coronariche acute, che stavano per
essere sottoposti ad interventi chirurgici alle coronarie. L'incidenza di morte
cardiovascolare, infarto miocardico e ictus era significativamente inferiore
con il plasugrel che con il clopidrogel. E' necessaria particolare cautela se
il Plasugrel viene impiegato in pazienti con peso inferiore a 60 kg o in quelli
con insufficienza renale.
A
differenza del Clopidrogel i polimorfismi del CYP2C19 sembrano essere meno
importanti nel determinare l'attivazione del plasugrel. Pertanto, questo
farmaco può rappresentare una ragionevole alternativa al clopidrogel in
pazienti con l'allele CYP2C19 perdita-di-funzione.
Farmacocinetica: Viene assorbito completamente e rapidamente attraverso il tratto
GI, e tutto il farmaco va incontro ad attivazione. Al confronto, solo il 15%
del clopidogrel assorbito viene attivato metabolicamente, mentre la parte
restante è inattivata dalle esterasi. Essendo un inibitore irreversibile del
recettore P2Y12 la sua azione si estende per un certo periodo di
tempo anche dopo la fine della sua somministrazione. Per questo se il paziente
deve sottoporsi ad un intervento chirurgico è bene interrompere il trattamento
almeno 5 giorni prima rispetto all’operazione.
- Cangrelor
Il
cangrelor è un analogo dell’adenosina che si lega reversibilmente a P2Y12 e ne
inibisce l’attività. Il farmaco ha un’emivita di 3-6 minuti e viene
somministrato per via endovenosa in forma in bolo, seguito da un’infusione.
Quando la somministrazione è interrotta, la funzione piastrinica è ripristinata
entro un’ora. Studi clinici recenti, che confrontavano il cangrelor con un
placebo durante interventi coronarici, o confrontavano il cangrelor con il
clopidogrel dopo tali procedure, hanno messo in evidenza che il cangrelor
presenta vanaggi minimi o assenti.
- Ticaglerol
Il
ticagrelor è un inibitore reversibile di P2Y12, attivo per
via orale (non è un profarmaco). Il farmaco è somministrato due volte al giorno
e non solo ha un’insorgenza e una cessazione degli effetti più rapidi del
clopidogrel, ma produce anche un’inibizione maggiore e più prevedibile
dell’aggregazione piastrinica indotta da ADP. Quando confrontato con il
clopidogrel in pazienti con sindrome coronarica acuta, il ticagrelor ha determinato
una maggior riduzione della morte cardiovascolare, dell’infarto miocardico e
dell’ictus. Il ticagrelor è un farmaco molto forte pur essendo un farmaco
reversibile: blocca l’attività piastrinica al 99% cambiando la conformazione
del recettore, il quale impiega alcuni giorni prima di tornare alla
conformazione originaria.
I
nuovi antagonisti del recettore P2Y12 (prasugrel e ticagrelor)
hanno dimostrato migliori risultati cardiovascolari in pazienti affetti
sindromi coronariche acute (ACS) rispetto al clopidogrel. Essi possiedono una
farmacocinetica più prevedibile rispetto al clopidogrel e questo li porta ad
avere una minor variazione interindividuale e una miglior risposta alla
terapia. Nei prossimi anni questi farmaci sostituiranno il clopidogrel come
farmaci di prima scelta della famiglia degli antagonisti del recettore P2Y12.
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