EMOSTASI E FARMACI
L’emostasi è quel processo grazie al
quale il nostro organismo è capace di bloccare la perdita di sangue da piccole
ferite. Il processo emostatico consta di quattro fasi:
1) Fase vascolare
2) Fase piastrinica
3) Fase della formazione del coagulo
4) Fase trombodinamica e lisi del coagulo
Fase
vascolare
In
seguito ad un danno endoteliale il vaso di contrae immediatamente per spasmo
miogenico locale e per azione di sostanze vasocostrittrici (serotononina e
trombossano A2) rilasciate dall’endotelio, causando così rallentamento della
circolazione locale.
Fase
piastrinica
Questa
fase è caratterizzata da marginazione e adesione piastrinica, cui segue
l’aggregazione piastrinica e la formazione del tappo piastrinico. L’attivazione
delle piastrine è un fenomeno Ca++-dipendente.
Nella
zona di lesione viene esposto il collagene situato al di sotto dell’endotelio e
vengono rilasciati ADP e fattore tissutale (fattore III o tromboplastina);
questi, insieme al fattore di von Willebrand, mediano l’adesione piastrinica
all'endotelio danneggiato legando le glicoproteine espresse sulla membrana dei
trombociti (GPIIb/IIIa e APIb).
Il
fattore Tissutale è una proteina transmembrana espressa anche al di fuori del
sistema vascolare, ma non in forma attiva.
Il legame
tra collagene, fattore di vW e fibrinogeno con i rispettivi recettori
piastrinici (GPIIb/IIIa) induce la liberazione da parte delle piastrine di
numerose sostanze procoagulanti: fattore tissutale, ADP, fosfolipasi A2 (libera
l’acido arachidonico con produzione di prostaglandine e trombossano A2). Il
trombossano A2 è un potente vasocostrittore e aggregante con un’emivita di
pochi minuti; il legame dell’ADP con i propri recettori piastrinici P2Y1 e
P2Y12 stimola l’aggregazione piastrinica e la rende irreversibile con
formazione del trombo bianco; inoltre stimola l’attivazione della COX-1.
Negli
endoteli integri le cellule endoteliali producono prostaciclina che è un
potente vasodilatatore ed antiaggregante, ed è per tale motivo che la fase
piastrinica resta un fenomeno locale e non si estende in altre parti del vaso.
Fase
di formazione del coagulo
La
coagulazione comporta una serie di reazioni di attivazione di zimogeni. In
ciascuna tappa un precursore proteolitico, o zimogeno, è convertito in una
proteasi attiva mediante la lisi di uno o più legami peptidici della molecola
del precursore. I componenti che possono essere interessati in ciascuna tappa
comprendono una proteasi (derivante dalla tappa precedente), uno zimogeno, un
cofattore proteico non enzimatico e il Ca++.
La
proteasi finale che viene generata è la trombina, necessaria per la conversione
del fibrinogeno in fibrina.
Il
processo coagulativo può avvenire in due modi:
- Meccanismo estrinseco: nel caso di una
lesione vascolare si ha la liberazione del fattore tissutale che, insieme al
fattore VII e agli ioni Ca++, attiva il fattore X. Il fattore X attivo, insieme
al Va catalizza la trasformazione di protrombina (fattore II) a trombina (IIa);
la trombina agisce sul fibrinogeno, trasformandolo in un monomero di fibrina.
La
trombina, oltre a scindere il fibrinogeno, si lega ai recettori PAR1 e PAR4
presenti sulla superficie delle piastrine favorendone l'attivazione e il
reclutamento.
- Meccanismo intrinseco: oltre che da una
lesione vascolare può essere attivato ogni qualvolta il sangue venga a contatto
con superfici che non sono quelle endoteliali.
Viene
attivato il fattore XII (o di contatto), il quale attiva a sua volta il fattore
XI che, in presenza di calcio, attiva il fattore IX. Quest’ultimo attiva il
fattore X dando luogo al processo di coagulazione comune al meccanismo
estrinseco.
La
Trombina attiva a monte i fattori di coagulazione V, VII e XI, provocando
un'amplificazione della propria sintesi. La Trombina, inoltre modula la
risposta coagulante mediante l'attivazione della proteina C, che attenua il
processo di coagulazione attraverso la proteolisi dei fattori Va e VIIIa.
(nell'immagine manca il fattore XII e l'XI)
Lisi
del coagulo
Sulla
rete polimerizzata di fibrina e piastrine agisce la trombostenina, una proteina
che provoca la retrazione del coagulo per cui questo diventa molto più
consistente e praticamente indissolubile.
La lisi
del coagulo richiede tempi abbastanza lunghi ed avviene ad opera di un enzima,
la plasmina, una β-globulina presente nel plasma in forma inattiva
(plasminogeno). Quest’ultimo viene attivato dall’attivatore tissutale del
plasminogeno (t-PA) che è un enzima proteolitico.
La
plasmina si lega ai residui di lisina ed arginina, promuovendo così la
digestione del polimero di fibrina.
Esistono
due tipi di trombi:
-
Trombo bianco: sono trombi ricchi di piastrine, si formano nelle
arterie di grosso calibro. Sono trombi che possono causare serie patologie
causando ischemia nelle estremità o negli organi vitali con conseguente
amputazione dell’arto o insufficienza dell’organo.
-
Trombo rosso: sono trombi ricchi di fibrina e di un gran numero di
globuli rossi, si formano prevalentemente nelle vene. Questi trombi possono causare
seri gonfiori e dolori nell’arto colpito, anche se la conseguenza più grave è
l’embolia polmonare. L’occlusione improvvisa di una grande arteria polmonare
può causare un’insufficienza cardiaca destra e conseguentemente la morte.
Commenti
Posta un commento