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INIBITORI DELLA GLICOPROTEINA IIb/IIIa

INIBITORI DELLA GLICOPROTEINA IIb/IIIa
La glicoproteina IIb/IIIa appartiene alla famiglia delle integrine ed è una proteina di membrana eterodimerica, presente solo sui trombociti. Durante il processo di coagulazione del sangue, quindi quando le piastrine vengono attivate da trombina, collagene o trombossano A2, la proteina subisce una modificazione conformazionale. Questa modificazione le permette di funzionare come recettore per il fibrinogeno e per il fattore di von Willebrand, i quali ancorano le piastrine tra di loro e sulle superficie estranee. L'inibizione del legame degli agonisti a questo recettore porta al blocco dell'aggregazione piastrinica. Gli inibitori di questo recettore sono, quindi potenti antiaggreganti.

Abciximab
L' Abciximab è un anticorpo monoclonale chimerico, primo farmaco approvato di questa classe. Agisce anche sul recettore della vitronectina sulle piastrine, sulle cellule vascolari endoteliali e muscolari lisce. E' utilizzato in pazienti sottoposti ad angioplastica percutanea per la trombosi coronarica e sindrome coronarica acuta.
Quando somministrato con aspirina ed eparina si dimostra efficace nella prevenzione della ristenosi, nell'infarto miocardico recidivo e nella morte.
Se l'anticorpo non si lega ai propri recettori, esso viene eliminato dal sangue in 30 minuti., anche se possiede una lunga durata d'azione. Poichè la sua durata d'azione è lunga, in caso di emorragia o di intervento chirurgico imminente, è consigliabile  effettuare una trasfusione di piastrine.
Farmacocinetica: Viene somministrato come bolo, seguito da un'infusione. Il suo effetto antiaggregante permane fino a 18-24 dopo la sospensione del trattamento.
Tossicità: Il principale effetto collaterale è l'emorragia. E' stata riscontrata anche la trombocitopenia, con un'incidenza pari al circa 2% dei pazienti. L'anticorpo è molto costoso, e ciò ne limita l'uso.

Eptifibatide
L’eptifibatide è un peptide ciclico con una sequenza analoga all’estremità carbossi-terminale della catena delta del fibrinogeno, che media il legame del fibrinogeno al proprio recettore αIIIbβ3. Viene somministrato come bolo seguito da un’infusione per 96 ore. È utilizzato per trattare la sindrome coronarica acuta e nel caso di interventi di angioplastica coronarica. L’effetto terapeutico del farmaco è minore rispetto a quello dell’abciximab, probabilmente per la sua specificità per il recettore αIIIbβ3 che non gli consente di reagire con il recettore della vitronectina. La durata d’azione del farmaco è piuttosto breve, con ripristino dell’aggregazione piastrinica entro 6-12 ore dalla sospensione dell’infusione. Generalmente è somministrato in associazione con aspirina ed eparina.
Il principale effetto collaterale è rappresentato dall’emorragia, come nel caso dell’abciximab.

Tirofiban
Il Tirofiban è un non peptide che sembra avere un'azione ed un'efficacia simile all'Eptifibatide (casi di morte e infarto ridotti del 20% rispetto al placebo). E' efficace nell'infarto miocardico senza onda Q e nell'angina instabile.
Farmacocinetica: Ha una durata d'azione breve e non interferisce con il recettore della vitronectina. E' somministrato per via endovenosa come infusione.
Tossicità: Simile all'Eptifibatide.


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