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Ripasso grammatica italiana, analisi grammaticale

Analisi GRAMMATICALE
L’ARTICOLO: è la parte variabile che si mette davanti al nome  e lo individua, inserendolo in un discorso
Li dividiamo in:
1.       Determinativi (il, lo, la, i, gli, le)
2.       Indeterminativi (un, uno, una, un’)
3.       Partitivi (del, dello, della, dei, degli, delle)
Dell’articolo devo individuare la funzione, quindi determinativo, indeterminativo e partitivo, il genere e il numero.

IL NOME: o sostantivo, è la parte del discorso con cui si indicano gli elementi del mondo reale o del mondo immaginario.
I nomi hanno un significato, una forma e una struttura.
In base al significato il dividiamo in:
1.       Comuni (albero, cosa, trattore), o Propri (Chiara, Trento, Adda) li distinguo dalla lettera maiuscola o minuscola.
2.       Concreti, indicano cose o esseri reali; o Astratti, indicano concetti che non sono reali, ma immaginari, come i sentimenti, i pensieri.
3.       Individuali, indicano una sola cosa, persona, animale (lupo), o Collettivi, indicano più persone, cose, animali (popolo = più persone, branco = più animali)
In base alla forma li distinguiamo in:
1.       Maschili (libro) e Femminili (asola),
2.       Singolari (cosa) e Plurali (cose), Invariabili (hanno la stessa forma al singolare e al plurale: es. città), Difettivi (sono solo al singolare o solo al plurale: es. sete) e irregolari (cambiano significato, passando dal singolare al plurale: es. l’ottone/gli ottoni).
In base alla struttura:
1.       Primitivi, non derivano da nessun’altra parola (fiore) e Derivati, derivano da un altro nome (Fiorista deriva appunto da fiore)
2.       Alterati, hanno inserito appositi suffissi(Casetta, casona, casina; gattone,gattino),
3.       Composti, unione di due o più nomi (parafango, autostrada, pescecane, mezzogiorno).

L’AGGETTIVO:  una parte variabile che si aggiunge al nome per attribuirgli qualità (Aggettivo qualificativo) o per meglio determinarlo (Aggettivo determinativo)
 Distinguiamo gli aggettivi in:
1.       Qualificativi (Indicano una qualità del nome) come rosso, bello, buono
2.       Determinativi (possessivi, dimostrativi, indefiniti, interrogativi ed esclamativi, numerali).
Mio, tuo, questo, quello, alcuni, primo, quattro.
I PRONOMI: Stanno al posto del nome. Lo sostituiscono.
Dividiamo  i pronomi in:
1.       personali (io, tu, egli, lei, noi, voi, essi, esse)
2.        possessivi, dimostrativi, indefiniti, relativi, interrogativi ed esclamativi. Sono come gli aggettivi, solo che non accompagnano il nome, ma vengono usati al posto di un nome. Esempi: casa mia è più grossa della TUA. Tua è usato al posto di casa, quindi il secondo tua è un pronome. Quella cosa non si deve toccare, QUESTA si. Il secondo questa è un pronome.

I VERBI:
è una parte variabile che fornisce informazioni riguardo il soggetto della frase, ci informa ad esempio su cosa fa il soggetto, cosa subisce, o com’è (nel caso sia predicato nominale, è bello)

Si analizzano in base a:
1.       Coniugazione, are 1°, ere 2°, ire 3°. Essere e avere hanno coniugazione propria.
2.       Persona
3.       Modo e tempo.
(esempio: io gioco = voce del verbo giocare, 1^ coniugazione, 1^ persona singolare, modo indicativo, tempo presente)
Gli ausiliari sono ESSERE e AVERE. Questi aiutano gli altri verbi nella formazione dei tempi composti ed hanno coniugazione propria. 

I modi sono:  
1.       INDICATIVO (è il modo della realtà, ci racconta un’azione successa o non successa al 100% es. io gioco = indicativo presente, sono sicuro che gioco)
2.       CONGIUNTIVO (è il modo dell’ incertezza, desiderio, possibilità e dubbio, esempio: che io giochi, hanno molto spesso il che davanti, per esprimere una cosa NON certa),
3.       CONDIZIONALE  (esprime una condizione, esempio: io canterei),
4.       IMPERATIVO (esprime un comando,esempio: canta!), infinito (cantare/avere cantato)
5.       PARTICIPIO (giocante/giocato),
6.       GERUNDIO (cantando/avendo cantato)
7.       INFINITO ( giocare/avere giocato)
Infinito, participio e gerundio sono i modi INDEFINITI o IMPLICITI, poiché mancano delle persone, mentre tutti gli altri sono FINITI o ESPLICITI. 

I verbi possono essere TRANSITIVI (reggono un complemento oggetto, che può anche essere sottinteso, e, dopo di essi, è possibile porre la domanda: chi/che cosa? Es. Leggo CHE COSA? Un libro); INTRANSITIVI (non reggono mai un complemento oggetto e dopo di essi si pongono varie domande eccetto che cosa? Es. vado DOVE? A scuola; telefono A CHI? A te; vengo DA DOVE? Da casa…).

Possono essere: ATTIVI (il soggetto compie l’azione), PASSIVI (il soggetto la subisce); RIFLESSIVI (l’azione si riflette sul soggetto che la compie (es. mi lavo); IMPERSONALI (usati alla terza persona singolare, più raramente alla seconda. Es: si dice, si pensa, si ritiene…).

Verbi particolari sono:
·         I SERVILI: VOLERE, DOVERE, POTERE, SOLERE, SAPERE.
·         I FRASEOLOGICI: con i verbi che accompagnano formano frasi particolari, costruite anche con l’uso di preposizioni (ES. STO per andare, COMINCIO a vedere, CERCO di capire…). I più diffusi sono: STARE PER, ESSERE SUL PUNTO DI, COMINCIARE A, VENIRE, SEGUITARE, FINIRE DI, FARE, LASCIARE, CERCARE, PROVARE, VEDERE, LASCIARE, ovviamente se accompagnano un altro verbo. Essi NON  vanno mai separati dal verbo che accompagnano! 

·         I verbi possono essere anche DIFETTIVI (mancano di diverse voci. Es: addirsi, fervere, indulgere), SOVRABBONDANTI (possono appartenere a due coniugazioni diverse, pur avendo la stessa radice (adempiere – adempire), IRREGOLARI (modificano la radice o la desinenza o  entrambe. Es: andare: io vado, io andrò).

GLI AVVERBI: sono parti invariabili di un discorso che si aggiungono ad un verbo per precisarne o modificarne il significato.
Possono essere:
·         di modo (bene, lentamente),molti finiscono in -mente
·         di tempo (tardi, sempre, domani, recentemente),
·         di luogo (qui, lì, laggiù),
·         di quantità (abbastanza, più, assai),
·          interrogativi (perché? dove?),
·          presentativi (ecco, eccetera).
·         di valutazione (forse, davvero, sicuramente, appunto)

LE PREPOSIZIONI: sono parti invariabili del discorso e svolgono la funzione di collegare tra loro parole o frasi, specificandone i rapporti reciproci, hanno, quindi, una funzione subordinante (vedi analisi del periodo).
Esse portano alla formazione dei complementi indiretti (vedi analisi logica). Possono essere PROPRIE  (a, di ,da, in, con, su, per, tra, fra) e IMPROPRIE (funzionano da preposizione solo quando precedono un nome o un pronome, formando con essi un complemento indiretto, altrimenti hanno un’altra funzion grammaticale. ES: passeggiava LUNGO il mare; si trovava DENTRO la casa). Lungo è un aggettivo, ma è usato come preposizione in questo caso. Dentro un avverbio.  

Le preposizioni proprie possono essere semplici ( di, a, da, in, con, su, per, tra, fra) o articolate, formate da una preposizione proprie e un articolo determinativo ( del = di + il, dal, al, nel, sul, sui, negli, nei, sulle)

LE CONGIUNZIONI:
Uniscono parole o frasi secondo un ordine preciso. Possono essere semplici (e, ma, quindi…) o composte (nondimeno, neanche oppure…).
Si distinguono in:
COORDINANTI:
COPULATIVE: affermative: e, anche, pure; negative: né neanche, neppure, nemmeno…
DISGIUNTIVE: o, oppure, altrimenti, ovvero…
AVVERSATIVE: ma, tuttavia, bensì, eppure, invece, nondimeno, anzi, però…
DICHIARATIVE: Infatti, difatti, ossia, cioè, in effetti, vale a dire…
CONCLUSIVE: quindi, perciò, dunque, pertanto, per la qual cosa, per questo…
CORRELATIVE: e…e, sia…sia, né…né, così…come, tanto…quanto, non solo… ma anche…

SUBORDINANTI:
DICHIARATIVE: che, come…
CAUSALI: dal momento che, visto che, giacché, poiché, siccome, perché, dato che…
FINALI: che, perché, affinché, acciocché, in modo che…
TEMPORALI: allorché, prima che, sino a che, ogni volta che, appena, finché, quando, mentre…
MODALI: come, nel modo che, quasi, come se, comunque…
CONSECUTIVE: così.. che, tanto… che, a tal punto che…, in modo tale… che…
CONCESSIVE: benché, sebbene, quantunque, nonostante, anche se, per quanto…

L’INTERIEZIONE O ESCLAMAZIONE: Sono parti invariabili del discorso usate per esprimere in forma immediata un sentimento, uno stato d’animo, un’invocazione, un saluto, un richiamo…
ES: Accidenti! Addio! Ahimè! Basta! Eh!?
Possono essere proprie o improprie.
PROPRIE: ah! Eh! Oh! Ehilà! Pss! Uh!...
IMPROPRIE: sono parole: Vipera! Baccalà! Vergogna! Capperi! Bello! Viva! Muoviti! Bene! Male! Ecco! Per amor di Dio! Al diavolo! Dio ce ne scampi!...

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