Come si è arrivati al principio attivo Aliskiren?
L’Aliskiren è un inibitore della renina, precisamente
l’unico inibitore dell’enzima presente sul mercato. La renina è l’enzima che
converte l’angiotensinogeno in angiotensina I, che poi verrà a sua volta
convertita in angiotensina II, il peptide che esplica le azioni
vasocostrittrici e aumenta il rilascio di aldosterone, portando ad un aumento
della pressione sanguigna. La renina è
una aspartil proteasi, scinde il legame peptidico tra una leucina e una valina,
presenti nell’angiotensinogeno. L’aspartil proteasi funziona con i due gruppi
carbossilici liberi dell’aspartato, uno strappa un protone all’acqua, rendendo
possibile l’attacco nucleofilo dell’acqua al carbonio elettrofilo portante il
doppio legame. Si crea un intermedio tetraedrico con il C legato a due
idrossili e al legame con un C e con l’N, quest’ultimo si rompe nel passaggio
successivo, scindendo il legame peptidico.
Gli inibitori della renina sono stati creati con un legame
più forte al posto di quello peptidico, in modo che non si potesse rompere
facilmente e l’enzima fosse inibito. Le
modifiche possibili sono molteplici, uno delle più utilizzate è l’ammina vicino
ad un idrossile, in modo tale che i due mimino il legame peptidico, poi
utilizzata anche nell’Aliskiren.
Problema di questi farmaci con un legame non scindibile era
il peso molecolare, troppo elevato per poter essere somministrati. Si è quindi
tentato di ridurre le dimensioni molecolari di questi composti, arrivando così
al prototipo dell’Aliskiren.
L’anello aromatico mima l’imidazolo dell’istidina, nella
parte pre scissile. Si nota un isopropile che è identico a quello della
leucina, poi ci sono l’ammina è l’idrossile, che mimano il peptide, ma non permettono
la scissione del legame. In più è stato aggiunto un secondo isopropile, che si
inserisce in una tasca lipofila scoperta dopo la cristallizzazione dell’enzima.
Si nota che la concentrazione terapeutica efficace è molto bassa, indice della
buona attività, inoltre non inibisce la pepsina a concentrazioni terapeutiche,
un'altra proteasi aspartica.
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